Rapporto annuale UNIREC: imprese del credito pietra angolare nella ripresa post-pandemia

1 Dicembre 2021

La pandemia come elemento di disgregazione sociale e benzina per il motore delle diseguaglianze: questo può essere considerato il sunto dello studio condotto da The European House- Ambrosetti sul ruolo del settore della tutela del credito per l’inclusione finanziaria italiana, presentato nel convegno annuale di Unirec tenutosi il 26 ottobre scorso.

La pandemia ha avuto un impatto rilevante in un ambito in cui il Paese mostrava già segni di sofferenza: circa l’8.2% delle famiglie italiane non ha un rapporto bancario, contro il 3.4% di media nell’Eurozona. In questo scenario, nel corso del 2020, gli italiani hanno fatto ricorso crescente al debito, la cui crescita è stimata all’8.1% per le famiglie e al 21.3% per le imprese entro il 2023.

In questo contesto, le aziende di tutela del credito possono fungere da vero e proprio moltiplicatore di risorse: è stato infatti stimato che, grazie ai crediti recuperati, le aziende riescano a tutelare circa 129.700 posti di lavoro, mentre le famiglie possono accedere a nuovo debito e, quindi, a nuovo consumo per circa 9.500 euro: nello specifico, nel corso del 2020, l’azione delle imprese di tutela del credito ha permesso, in media, di recuperare il 44.6% dei crediti non riscossi dalle società su cui è stata condotta la ricerca di The European House-Ambrosetti, in aumento rispetto al 39.1% registrato nel 2019.

Insomma, un ruolo sempre più centrale e riconosciuto anche a livello istituzionale per le imprese di tutela del credito potrà costituire anche uno dei volani principali su cui basare la ripresa dell’economia italiana nel periodo post-pandemico.