Il credito delle imprese torna a deteriorarsi: le ultime indicazioni dall’outlook ABI-Cerved

15 Febbraio 2022

Sul mercato degli NPL, si assiste ad un’inversione di tendenza: dopo aver fatto registrare il minimo storico del 2.1% nel 2021, al culmine di un percorso di continua flessione in atto dal 2016, la curva delle sofferenze nette bancarie è tornata a crescere.

Analizzando i dati disaggregati contenuti nell’ultimo outlook realizzato da ABI e Cerved, si scopre come il progressivo disarticolamento delle misure emergenziali di sostegno al credito abbia determinato un quadro composito per quanto concerne le PMI italiane: se nei settori edile e agricolo gli interventi previsti nel PNRR e le agevolazioni fiscali contribuiscono a ridurre l’impatto della crisi, lo stesso non può dirsi in riferimento ai settori dei servizi e dell’industria.

I primi segnali del cambiamento di rotta si erano registrati già durante il 2021 quando, nonostante le garanzie pubbliche fossero state prorogate dal Governo, si assisteva già ad una prima fase di “allentamento” delle misure intraprese, con conseguenze determinanti per molte imprese: ad esempio, alcuni finanziamenti garantiti sono finiti in default; inoltre, rispetto al biennio 2022-2023, gli analisti stimano un tasso di deterioramento in peggioramento per l’anno corrente e una diminuzione pari al 3.3% nel 2023.

Non è un caso che la stessa ABI e le associazioni imprenditoriali richiedano da tempo una proroga delle misure economiche di supporto al credito, sulla scorta degli esempi dei partner europei: la Francia, ad esempio, ha prolungato i prestiti garantiti fino a 10 anni per le proprie PMI.  Oltre a ciò, a parere degli operatori economici, si dovrebbe cercare di favorire la rinegoziazione del debito delle imprese, col fine ultimo di agevolarne la ricapitalizzazione.